Il Comune di Bagni di Lucca è composto da 25 frazioni sparpagliate sul suo territorio dal Fondovalle alle zone montane a destra e a sinistra della Lima e poste a diverse altitudini. Si trova a circa 27 Km da Lucca ed ha una popolazione di 6.544 abitanti.
I rilievi più importanti sono ubicati in corrispondenza dello spartiacque compreso tra la Foce a Giovo e il Monte Caligi, passando per l’Alpe delle Tre Potenze, Foce di Campolino, Monte Uccelliera e Poggio Sentinella.
L’aspetto morfologico è caratterizzato dalla vallata entro cui scorre il torrente Lima che nasce dalle pendici del monte Maiori nel pistoiese e divide il Comune in due zone ben distinte con diversi affluenti. Sul versante sinistro ci sono il Rio Monte, il Rio delle Valli, il Rio Liegora, il Rio Diana, il Rio Benabbiana ed il Rio Buliesima e su quello destro le due Cocce di Limano e di Vico, lo Scesta, il Refubbri, il Camaione. Il Lima affluisce poi nel fiume Serchio. I paesi a destra della Lima si caratterizzano per avere vasti pianori e sono quelli più densamente popolati: Granaiola, Pieve di Monti di Villa, Monti di Villa, Montefegatesi, la Controneria (San Gemignano di Controne, San Cassiano di Controne, Pieve di Controne), Palleggio, Cocciglia, Limano e Vico Pancellorum.
I paesi a sinistra della Lima sono Lugliano, Benabbio, Brandeglio, Crasciana, Casabasciana, Lucchio e Casoli.
Appena superata la località Scesta sono da segnalare le Strette di Cocciglia regressione erosiva nei fianchi vallivi che ha determinato un paesaggio estremamente selvaggio e particolare.
Il Torrente Fegana getta le sue acque direttamente nel fiume Serchio ed ha origine da due rami, il Solco Grande ed il Rio Pelago che nascono in prossimità delle vette del Monte Rondinaio e dell’Alpe delle Tre Potenze. Lungo il Rio Pelago si trova la gola dell’Orrido di Botri uno dei più profondi canyons d’Italia prodotto dalle spinte tettoniche e dall’erosione di un solco. Nel 1971 l’intero comprensorio dell’Orrido di Botri è stato dichiarato Riserva Naturale che tutela una superficie di 286 ettari, la cui gestione è affidata al Corpo Forestale dello Stato. Inoltre quest’area protetta è al centro di una più vasta Oasi di protezione faunistica, istituita dalla Provincia di Lucca nel 1993.
Domina il paesaggio la montagna del Pratofiorito meta sia nei secoli trascorsi che oggi di escursioni e passeggiate con i suoi 1.297 metri. Vi andarono la gentildonna inglese Elisabeth Clotilda Stisted , il poeta Percy Bysshe Shelley con la moglie Mary Godwin, i poeti inglesi Elisabeth Barrett e Robert Browning e molti altri. Il pittore tedesco Georg Christoph Martini nel suo Viaggio in Toscana (1725-1745) così racconta il Pratofiorito:
Il 13 luglio, di buon mattino, ci dirigemmo a cavallo, in compagnia del signor Ranieri, verso le rinomate Alpi di Controne a 5 miglia dai Bagni Caldi, e attraversammo un amenissimo terreno montuoso coltivato a boschi di castagno e a vigneto. Cavalcammo sempre in salita, e, quando credevo di esser giunto alla sommità, sempre scoprivo un’altra altura, finchè raggiungemmo finalmente l’ultima vetta dirupata che per l’aspro e sterile aspetto si distingueva da tutti gli altri monti. Il sentiero divenne ripidissimo e sassoso ed i nostri cavalli arrancavano con fatica. (...)
Finalmente raggiungemmo verso mezzogiorno la cima dell’alta montagna e mi resi conto con grande stupore che essa, arida, rocciosa e brulla sul versante meridionale, su quello opposto era dalla natura trasformata in un vellutato tappeto di prati, un vero giardino di fiori, chiamato appunto dalla gente del posto il Pratofiorito. Lo hanno distinto in tre parti: la prima, volta un poco a ponente, è chiamata semplicemente il Prato; quella che guarda completamente a tramontana, il Prato-Giardino, perché vi è riunita la maggior quantità di fiori; la terza, volto un poco a levante, il prato de’ Semplici, ovvero Prato delle Erbe, per la quantità di piante rare che vi crescono. Osservai però che nel Giardino ve ne sono quasi altrettante.
Il signor Ranieri mi assicurò di aver trovato qui, in primavera, bellissimi anemoni, ranuncoli, tulipani ed altri fiori rari ricercati per il trapianto nei giardini. Vi cresce anche la Scorza-nera, tanto apprezzata in Italia. Sebbene, data la stagione avanzata, l’epoca della fioritura fosse da tempo finita, vi trovammo egualmente una quantità di bei fiori, come il grande giglio color fuoco, un altro più piccolo, di colore e profumo simile alle tuberose, la viola tricolore detta “Flos Trinitatis”, e molti altri da me sconosciuti. Era frequente anche la pianta della peonia o Potonge ma già sfiorita.
Per tutto il prato non vi sono né alberi né cespugli Ci sedemmo quindi sull’erba come su un soffice tappeto mettendoci qualcosa sulla testa per difenderci un poco dal sole, del resto non molto cocente per la fresca brezza che spira sempre a quell’altezza. L’aria è molto fina e salubre, la respirazione è più facile: il senso di fresco e di ristoro fanno venire un grande appetito. (...)
Il territorio di Bagni di Lucca è famoso soprattutto per le acque solfato-bicarbonato-calciche che sgorgano dalla formazione del “macigno” una roccia sedimentaria che scaturisce dai fianchi del Colle, lo sperone roccioso che separa La Villa da Ponte a Serraglio e Bagni Caldi. Le acque termali originano da acque meteoriche che si infiltrano in profondità e acquistano una temperatura elevata in funzione del gradiente geotermico, mineralizzandosi a seconda delle formazioni rocciose attraversate, della lunghezza del percorso e del tempo di permanenza nel sottosuolo. Affiorano poiché nel sottosuolo si trovano in pressione cosicché risalgono in superficie attraverso aperture nella roccia.
Il clima è diverso a seconda dell’altitudine. Nel fondovalle è piuttosto mite mentre salendo si va verso temperature più rigide in inverno e fresche in estate. La nevosità è riscontrabile solo sui rilievi ad alte quote.
La vegetazione si presenta ricca di specie arbustive: pinastri, querce, castagni, faggi, carpini, abeti, alloro e ginestre e salendo di altitudine troviamo zone di prati e pascoli. La varietà della flora fa del territorio un paradiso per botanici. Il sottobosco è ricco di frutti come mirtilli, lamponi, fragoline, more e tanti funghi porcini.
La fauna è quella tipica dell’Appennino: cinghiali, caprioli, cervi, scoiattoli, istrici, volpi, faine, lepri ed altri piccoli mammiferi. Sono presenti varie specie di passeracei e l’aquila reale nidifica ormai da anni sulle pareti dell’Orrido di Botri e del Balzo Nero. In questi anni, in certe zone dell’Appennino sono ricomparsi anche i lupi.
La fauna fluviale è ricca e variegata di barbi, lasche, anguille e trote.