A 780 metri sul livello del mare, dista diciotto chilometri da Bagni di Lucca, è il paese in assoluto più lontano dal capoluogo. Situato ai confini del Comune di Bagni di Lucca verso Pistoia si raggiunge dalla strada statale del Brennero, prendendo il bivio in località Tana a Termini. Il paese non è visibile dalla Valdilima lucchese ma per poter avere una buona panoramica è necessario superare l’abitato di Tana a Termini e inoltrarsi sulla strada che conduce a Popiglio. Solo allora Lucchio ci apparirà aggrappato ad una roccia quasi strapiombante, sulla cui sommità vi sono i resti dell’antica rocca, vigilante su tutto il paese. Le case viste da lontano, sembrano coinvolte in un delicato gioco di equilibri come se fossero sovrapposte le une alle altre. Con non poche difficoltà è stato possibile portare la strada carrabile in paese. Il suo toponimo sta ad indicare luogo ricoperto dai boschi “lucus”.
La storia di Lucchio
È ricordato per la prima volta in una carta dell’Archivio arcivescovile nel 1260 dove la chiesa di San Pietro è annoverata fra quelle del plebato di Valleriana. Probabilmente il paese si costituì a seguito delle truppe di soldati posti a difesa della rocca o di un gruppo di coloni portati in questi luoghi impervi per la costruzione della rocca stessa. Lucchio fu dominata dai Lupari e seguì il loro destino fino al bando dal territorio della Repubblica di Lucca. Divenne il baluardo dello Stato lucchese contro la rivale Firenze posto a settentrione, e come Montefegatesi godè di particolari privilegi. Nel 1437 forte fu la lotta per impedire l’invasione dei Fiorentini e fu l’unico paese della Vicaria di Val di Lima a non essere occupato dal nemico grazie a due giovani ragazze di Vico Pancellorum, Anastasia e Lucia, che riuscirono a far prigioniero il comandante della Rocca, Gaspero da Stazzema, che stava per tradire la causa e aprire le porte al nemico. Per questo la Repubblica di Lucca premiò Lucchio, nel 1441, con l’ordine di ridurre al minimo i tributi e che questi non potessero più essere aumentati in futuro. Dalle visite pastorali scopriamo che la comunità era fra le più povere della Vicaria, diverse le liti fra gli abitanti e per i motivi più vari: pascoli promiscui, raccolta delle castagne, sconfinamenti del bestiame tanto che nel 1740 gli interessi del paese furono tutelati da un Protettore inviato direttamente da Lucca. Nell’archivio comunale di Bagni di Lucca si conserva uno Statuto del 1621. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Pietro Apostolo e risente notevolmente dei rifacimenti e ampliamenti che l’hanno interessata nel XVII secolo, con la costruzione della navata di destra. Il campanile è del 1894. Della Rocca rimangono ruderi ben squadrati che ci lasciano intuire il perimetro e le strutture abitative della guarnigione. Il fortilizio è nominato per la prima volta in un documento del 1327 e già nel 1385 e nel 1390 il Consiglio Generale della Repubblica ne ordinò il restauro. Gli ultimi lavori di restauro furono eseguiti nel 1645 e nel 1648. Sotto il governo di Carlo Ludovico di Borbone la rocca fu alienata e acquistata da privati. La vista di cui si gode una volta arrivati in cima è superba, lo sguardo spazia nei paesi e nei monti circostanti, mentre a valle si scorgono le acque della Lima.