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Le termeBagno Bernabò

Marcello Cherubini, in suo saggio all’interno dell’opuscolo “Il Bagno Bernabò: un recupero per lo sviluppo termale”, racconta che il primo piccolo stabilimento termale Bernabò fu costruito nel 1593 per volontà di signori della Repubblica Lucchese, sentito il parere del Collegio Medico sull’efficienza di quella sorgente, nelle persone degli insigni fisici Matteo Pissini e Vincenzo Bandinelli. Di quella piccola fabbrica termale rimane un’incisione in un volume della fine del secolo XVIII. Prima di allora la sorgente era ricoperta da una fragile capanna di frasche e paglia ed era conosciuta solo dagli abitanti del posto che vi si bagnavano per curare alcune forme di malattie della pelle. Il luogo era chiamato Bagno della Rogna. L’edificio cinquecentesco rimase pressochè uguale per circa due secoli. Nel 1805 Elisa, la giovane sorella di Napoleone Bonaparte, sposatasi con Felice Baciocchi, assunse il Governo del Principato di Lucca. La Semiramide del Serchio, com’era definita Elisa per il suo amore per il fasto mondano e la bella vita, dimostrò subito ogni cura e predilezione per Bagni di Lucca. Si fece costruire una splendida Villa Reale con annesse scuderie, al Bagno alla Villa, aprì comode strade e pittoreschi sentieri, ampliò e ammodernò gli stabilimenti termali. Volle in sostanza dare alla stazione termale dei Bagni di Lucca anche i connotati di luogo di villeggiatura alla moda, per renderla meta privilegiata di colti, ricchi, raffinati (ma talora anche spregiudicati) italiani, francesi, inglesi, tedeschi e russi. Per la realizzazione di questo ambizioso piano generale di ammodernamento degli stabilimenti termali e della viabilità, Elisa ebbe al suo servizio una serie di tecnici, architetti e ingegneri non solo lucchesi, ma anche francesi. Fra questi l’ingegnere Charles Sambucy che nel 1811 ricevette l’incarico per l’ampliamento del Bagno Bernabò per adeguarlo, insieme agli altri stabilimenti, ad una moderna concezione medico-sanitaria. Tra le diverse soluzioni progettuali elaborate fu prescelta quella più lineare e di minor impatto sul fragile versante collinare ricco di sorgenti termali. Il nuovo edificio fu terminato nel 1812. Il Bagno Bernabò fu costruito in corrispondenza delle sorgenti di acqua calda sul versante del colle di Corsena verso Ponte a Serraglio, lungo il viale alberato che dal fondovalle raggiunge gli antichi stabilimenti termali, Docce Basse, San Giovanni, Jean Varraud. Nei parchi con alberature secolari attorno l’edificio si snodano, in alcuni tratti, gli stradelli granducali, una rete di percorsi pedonali ottocenteschi attrezzati con fontane e sedute, per le passeggiate degli illustri ospiti della città termale. Tutto il paesaggio era inteso come un parco paesaggistico, un centro termale pensato come un grande giardino. Quando nel 1774 fu dato per la prima volta alle stampe il diario del Viaggio in Italia che Michel de Montaigne aveva fatto negli anni 1580-1581 per curare la sua ribelle calcolosi renale, egli descrive il bagno Bernabò in questo modo:

”[…] Il sabbato, la mattina a bona ora, andai a tor l’acqua di Bernabò. Questa è una fontana fra le altre di questo monte: et è meraviglia come ne ha tante, e calde e fredde. Non è troppo alto. Ha forse tre miglia di circuito. Non si beve che della nostra fontana principale, e di questa altra che s’usa da pochi anni fa. Un Bernabò, leproso, avendo assaggiato et acque e bagni di tutte le altre fontane, si risolse a questa abbandonato (dai medici): dove guarì.”

Scrive Georg Christoph Martini nel suo Viaggio in Toscana (1725-1745) a proposito di questo bagno:

“A cento passi di distanza c’è un altro piccolo bagno, detto di “Bernabò” dal nome di un nobile pistoiese. È costruito molto bene, ed è diviso in due stanze: nella prima c’è una elegante vasca ottagonale per gli uomini, nella seconda si bagnano le donne. Accanto a queste due stanze vi sono due spogliatoi ed un focolare per riscaldare le vesti. Ho osservato qui un fenomeno curioso: non appena nell’anticamera veniva acceso il fuoco, l’acqua del bagno cominciò a fumare, mentre prima non se ne vedeva segno. Io attribuisco questo fatto alla pesantezza dell’aria che trattiene l’evaporazione del bagno: appena infatti vien fatto fuoco, l’aria più sottile penetra nel locale del bagno e i vapori si possono sollevare liberamente.”

Le acque del Bagno Bernabò, soggette a monitoraggio, hanno mostrato una temperatura di 39,2° C e una composizione chimica molto costante che per nulla risentono dell’effetto delle precipitazioni durante il corso dell’anno. La terrazza antistante il Bagno Bernabò è oggi intitolata al Prof. Bruno Cherubini (1910-1976) e fu realizzata per iniziativa del Governo di Maria Luisa di Borbone. Essa è ricordata da alcuni scrittori, poeti e viaggiatori e la descrizione che fanno del paesaggio vallivo che da essa si godeva, dimostra una peculiarità di Bagni di Lucca: l’attuale assetto urbanistico e paesaggistico– salvo rare eccezioni- è pressochè immutato rispetto a quello che i Baciocchi prima, i Borboni poi e i Lorena infine, dettero al nostro centro di cura, svago e divertimento. Citiamo due esempi. La descrizione del poeta tedesco Heinrich Heine che soggiornò a Bagni di Lucca nell’estate del 1828:

“Non ho mai veduto una valle più meravigliosa, specialmente se dalla terrazza del Bagno, ove sorgono i neri cipressi, si guarda giù nel villaggio. Vi si vede un ponte a cavalcioni di un fiumicello detto la Lima che, dividendo il villaggio in due parti, ai due capi si precipita in piccole cascate sui massi di roccia facendo uno strepito come se volesse dire le più dolci cose e non trovasse modo di farsi intendere soverchiato dal ciarlìo molteplice dell’eco.”


Gli endecasillabi del Conte di Longano G. De Filippis-Delfico, tratti dai suoi Ricordi e fantasie su’ Bagni di Lucca, pubblicati nel 1834:

“A l’ombra lenta d’arbori tranquille Innante a’ Bagni una terrazza siede, Donde si scorgon boschi varii e ville. ……… Dal poggio vò coll’occhio a la convalle, Contemplo il fiume, ascendo il campanile, Seguo il destriero pel supposto calle.”

Un accenno interessate riguarda anche la casa accanto al Bagno Bernabò dove prese alloggio nel 1910 Sir Francis Vane fondatore dei Boys Scout.

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